“L’assessore Galli lo ha detto anche a noi che ha lanciato l’allarme sulla situazione difficile in cui versano le sale cinematografiche lombarde già a gennaio. Peccato che poi né lui, né la Giunta Fontana abbiano mosso un dito, e siamo a ottobre. Quando intendono occuparsi di questo settore produttivo? Che non fa solo intrattenimento, ma anche sviluppo economico?”, Matteo Piloni, consigliere regionale del Pd, ribatte così alle parole dell’assessore regionale, dopo l’appello fatto da Giorgio Brugnoli, titolare del CineChaplin di Cremona, che aveva denunciato i rischi di chiusura della sala.
“Brugnoli ha fatto bene a sollevare il tema dando così voce a un settore, quello dei cinema e dei teatri, che sono tra le imprese più colpite dalla pandemia, con ricadute negative tali da aver portato una contrazione del fatturato non solo nei due anni di Covid, ma anche quest’anno, quando l’accesso ai luoghi della cultura e dello spettacolo è stato sostanzialmente libero. Come ci ha detto l’Agis, in audizione in Commissione Cultura richiesta da noi, rispetto al 2019, per i cinema il calo è stato del 50%”, fa presente Piloni.
“Se Regione se ne era accorta, poteva dar seguito alle tante richieste ricevute, tra cui le nostre. Negli anni abbiamo invocato più volte ristori mai arrivati, abbiamo fatto proposte da inserire in assestamento di bilancio che ci sono state regolarmente bocciate, abbiamo sollecitato bandi destinati anche alle imprese di questo settore, ma sono rimasti lettera morta – aggiunge il consigliere Pd –. Galli prima parla di 56 milioni di euro per cinema e teatri, quando invece riguardano tutta la cultura, compresi musei, grandi eventi culturali… Poi, fa il solito gioco dello scaricabarile, ma lui e il suo collega Guidesi devono spiegarci perché l’ennesimo bando fatto dall’assessorato allo Sviluppo economico per le imprese lombarde, quello denominato Credito Adesso Evolution, abbia nuovamente lasciato fuori questo ambito, che riguarda 400 imprese in tutta la Lombardia. Faccio presente, infatti, che Regione ha competenza nell’ambito del sostegno e del rilancio delle piccole e medie imprese anche dello spettacolo e del cinema e può integrare i finanziamenti fino a ora dati”.
Non si tratta solo di rivolgersi allo Stato, come tende a dire Galli, “tant’è che la sospensione dell’Irap la decide la Regione, così come la conversione delle risorse destinate alla ristrutturazione delle sale. La verità è che fa tanta tristezza, oltre a essere controproducente, che la Lombardia di Fontana, oltre a non rispondere agli imprenditori, non faccia nulla per la cultura e lo spettacolo della Lombardia”.