Tra il 2018 e il 2022, in Lombardia, sono andati e andranno in pensione 1802 medici di base. Oggi in Lombardia ci sono 786 posti vacanti, di cui 117 nella sola Ats di Cremona e Mantova (Ars Valpadana). Questi numeri fotografano una situazione molto critica per almeno 3 motivi.
Il primo riguarda il disagio dei cittadini, che nel sanno a chi rivolgersi.
Il secondo coinvolge i Pronto Soccorso, e quindi gli Ospedali, perché le persone non sapendo a chi altro rivolgersi, affollano i PS. Lo scorso mercoledì il PS di Crema ha registrato 221 accessi in 24 ore. Per lo più codici bianchi. Un afflusso che non si registrava dal gennaio 2020 (241 accessi, 21 gennaio 2020).
Il terzo motivo riguarda l’impossibilità di poter garantire un’assistenza di prossimità e di territorio sulla quale investire, e che invece deve essere centrale nella riforma del servizio socio sanitario della Lombardia di cui la pandemia ha evidenziato la totale assenza. Per poter invertire la tendenza, in Lombardia non possiamo aspettare altro tempo.
Se io fossi alla guida della Regione farei subito 4 cose:
1) aumentare le borse di studio per la formazione dei medici di base, portandole ai livelli della specializzazione ospedaliera;
2) offrire ai medici di base, per i primi 5 anni, spazi pubblici in concessione gratuita come ambulatori. Un esempio: a Crema in via Matteotti c’è il palazzo della Provincia, i cui spazi oggi sono inutilizzati;
3) prevedere risorse alle ATS per assumere giovani medici neoformati in medicina generale e cure primarie, da impiegare subito sul territorio;
4) dare priorità ai territori più scoperti di medici di base per la realizzazione delle case di comunità (Presst).
4 proposte per affrontare immediatamente la carenza di medici di base.
Per non lasciare sole le persone; per non affollare i pronto soccorso; per costruire una medicina di territorio.