Rivedere i protocolli dei test nello sport. Antigenici poco efficaci. A chiederlo, con una lettera inviata oggi agli assessori regionali al Welfare e allo sport, Letizia Moratti e Antonio Rossi, sono i consiglieri regionali del Pd, Matteo Piloni e Samuele Astuti. Una riflessione maturata da tempo, che trae spunto da quanto avvenuto ai giocatori della Pallacanestro Crema e la Robour et Fides di Varese. “Lo scorso 17 aprile – spiegano i consiglieri dem – è stata disputata una gara tra la Pallacanestro Crema e la Robur et Fides Varese squadra, in cui nei giorni precedenti erano stati riscontrati a seguito di tamponi molecolari casi positivi al Covid. Questo nonostante le due società avessero chiesto, inascoltate, alla Federazione italiana di pallacanestro (Fip) di rinviare la gara, preoccupati dalla diffusione del virus, nonostante l’esito negativo dei test antigienici a cui erano stati sottoposti i giocatori. Il rifiuto a cancellare la partita nasceva dal fatto che il protocollo della FIP impone di giocare se 8 atleti su 14 del roster risultano negativi al test antigienico. Due giorni dopo la partita, la Robur et Fides di Varese ha comunicato che alcuni dei suoi giocatori erano positivi, il che ha comportato la messa in quarantena della Pallacanestro Crema, sentita l’ATS Valpadana”.
“Il 21 aprile scorso- continuano Piloni e Astuti- diversi giocatori della Pallacanestro Crema, pur in presenza di test rapidi negativi, manifestavano chiari sintomi del Covid. Due di loro, oltre a un componente dello staff, invece risultavano positivi ai test rapidi eseguiti poche ore prima di un’altra partita che la Pallacanestro Crema avrebbe dovuto giocare contro il Fiorenzuola e che, in questo caso è stata annullata su decisione delle due squadre”.
“Raccontiamo questi episodi- concludono i consiglieri dem- oltre che per informare Regione Lombardia di quanto accaduto a due squadre delle nostre città, per evidenziare ancora una volta la scarsa sensibilità dei test antigienici , soprattutto in presenza di possibili varianti. La necessità ora è quella di rivedere i protocolli, rendendoli più efficaci nel monitoraggio del virus, soprattutto nello sport agonistico dove vengono in contatto tra loro persone provenienti da regioni diverse e con l’obiettivo di garantire la necessaria sicurezza”.