Il Consiglio regionale ha votato questo pomeriggio la modifica della legge regionale sui centri per l’impiego (47 favorevoli, 29 contrari, nessun astenuto) ma non nel senso indicato dalla legge nazionale a cui si doveva uniformare, ovvero passare alla regionalizzazione dei lavoratori oggi in carico alle Province.
Il Pd ha presentato emendamenti per incrementare decisamente le risorse e per garantire che la presa in carico dei cittadini disoccupati venisse fatta in via esclusiva dal pubblico, a differenza di quanto avviene oggi. Il voto contrario della maggioranza, insieme alla mancata regionalizzazione dei dipendenti, ha portato al voto negativo del PD.
“Una legge che contraddice la legge nazionale, a forte rischio di impugnativa da parte del governo giallo-verde – spiega per il PD Matteo Piloni – mettendo a rischio di paralisi il sistema. Soprattutto, è una legge che indebolisce ulteriormente i centri per l’impiego, che peraltro è il contrario di quanto sta scritto nel contratto di governo tra Salvini e Di Maio. Il problema è che i cittadini non avranno la risposta che cercano nei momenti di difficoltà lavorativa, perché i centri per l’impiego, che sono il punto di approdo per chi cerca di entrare o rientrare nel mondo del lavoro, non avranno le risorse né economiche né strumentali per espletare al meglio un compito così delicato. Abbiamo atteso invano che l’assessore rispondesse alle nostre obiezioni ma non abbiamo avuto risposte, né dalla giunta, né dal centrodestra. Questa legge è un pasticcio che si poteva evitare”.
“La prima legge regionale – conclude Piloni – non è una buona legge. Non si occupa dei disoccupati lombardi. Non si occupa dei lavoratori dei centri per l’impiego. Non si danno nè strumenti nè risorse alle Province per garantire il servizio. Non viene garantito un servizio uniforme sul territorio lombardo (i disoccupati cremonesi sono forse diversi dai disoccupati milanesi?). Sono pronto a scommettere che tra qualche mese torneremo in consiglio regionale per mettere mano a ciò che questa legge è: un pasticcio.”