Ho letto con interesse la lettera di Gianni Risari in merito alla possibilità di intrecciare le prospettive della Fondazione Opera Pia Marina e Climatica Cremasca Finalpia con quelle della Fondazione Benefattori Cremaschi.
Io stesso, poche settimane fa, avevo pubblicamente espresso la possibilità di scrivere una nuova storia della Fondazione Finalpia, destinando le sue “risorse” alle progettualità della Fondazione Benefattori.
Nel farlo è necessaria una premessa: le vicende che hanno coinvolto la fondazione Opera Pia Marina e Climatica Cremasca non devono essere imputate al consiglio di amministrazione. Anzi, al Presidente e ai componenti del consiglio deve andare la nostra gratitudine per il faticoso lavoro svolto in questi anni. Un lavoro non semplice, che afferisce alla necessità di mantenere un bene della nostra città e del nostro territorio ma in un contesto completamente mutato. Non ci sono più i bambini scrofolosi, e quindi venendo meno la necessità di una cura balnearia loro dedicata, negli anni è venuto meno anche l’obiettivo principale con il quale l’allora comitato, poi trasformatosi in Fondazione, nacque, portando la struttura a trasformarsi in un albergo.
Io sono tra coloro che pensa che quella struttura debba essere venduta, al netto delle dovute verifiche in relazione allo statuto della Fondazione. E l’obiettivo di questa vendita può essere quello di rafforzare un’altra Fondazione, quella dei Benefattori Cremaschi: il “Kennedy” per intenderci.
I motivi sono almeno due. Il primo riguarda l’aspetto affettivo, che non può non essere preso in considerazione.
Finalpia fa parte della storia di Crema e del suo territorio, così come la Fondazione benefattori cremaschi. Entrambe sono realtà nate per volontà di cremaschi che hanno voluto così occuparsi della salute dei bambini e degli anziani. Le due fasce d’età più preziose. Il secondo riguarda appunto la finalità sociale. Venuta meno quella legata a Finalpia, così come la conosciamo, l’opportunità potrebbe essere quella di rafforzare la Fondazione benefattori cremaschi, e quindi dei nostri anziani.
Non portando la struttura di Finalpia nelle proprietà a disposizione della benefattori, che rischierebbe di trasformarsi in un problema, bensì di trasformare quella struttura in un’opportunità economica legandola alle progettualità della Fondazione stessa, come ad esempio quella del recupero dell’ex Misericordia.
Il contributo che Risari ha voluto dare potrebbe aggiungere un terzo motivo, che è quello di accompagnare la finalità sociale di Finalpia dedicata ai bambini ampliando le prospettive della Fondazione Benefattori Cremaschi.
Una prospettiva non semplice, tutta da costruire e da “inventare”, ma certamente affascinante. Sarebbe bello potesse nascere una discussione a tal proposito.
D’altronde questa pandemia, in tutta la sua drammaticità, ci consegna anche la possibilità di immaginare e darci nuove prospettive.
Matteo Piloni
consigliere regionale PD