Matteo Piloni/ Luglio 20, 2020/ La settimana in Consiglio/ 0 comments

In Lombardia non è andato tutto bene, i numeri purtroppo li conosciamo tutti.
Ricominciare significa, prima di ogni altra cosa, non ripetere gli stessi errori.
Il servizio sanitario lombardo, così come è stato costruito negli anni, non ha retto all’impatto della pandemia: la gestione degli ospedali confusa, il fallimento della medicina territoriale, la mancanza di dispositivi di protezione individuale, le drammatiche scelte sulle RSA, i centri per i disabili lasciati a sè stessi.
Sia chiaro, le eccellenze c’erano e rimangono: la sanità lombarda è fatta dalla grande capacità di medici, infermieri, professionisti. Tanti ospedali rappresentano una vera eccellenza nel territorio nazionale e hanno una grande capacità di cura e di innovazioni terapeutiche e di ricerca.
Ma il Covid-19 ha messo a nudo i limiti del modello lombardo e ha aggiunto nuovi inquietanti problemi che sono ricaduti sul sistema, sugli operatori, sui malati e sui cittadini. Spesso lasciandoli soli!
E’ tempo di cambiare radicalmente: entro la fine di quest’anno andrà in scadenza la sperimentazione del modello di sanità lombardo, voluto dalla Giunta Maroni e proseguito dalla Giunta Fontana.
L’impegno che ci prendiamo è di costruire un progetto alternativo, partendo dal dialogo e dal confronto con il complesso del mondo sanitario e scientifico, con gli amministratori locali, con i cittadini.

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