Matteo Piloni/ Marzo 22, 2020/ Comunicati stampa/ 0 comments

Sono settimane che, con la collega Antonella Forattini e come consiglieri regionali del territorio, denunciamo la scelta dell’assessore Gallera di portare pazienti positivi Covid-19 nelle RSA, così come ribadiamo la necessità di effettuare i tamponi sia al personale che ai pazienti. Purtroppo questo nostro grido d’allarme è rimasto ad oggi inascoltato e le RSA sono diventate incubatori d’infezione. Non passa giorno in cui sulla stampa non sia data la notizia di un numero impressionante di decessi, proprio nelle strutture per anziani. Strutture che per loro natura sono il luogo di persone fragili, molto spesso immunodepresse, in cui anche in una situazione normale le infezioni sono difficili da contenere. Lo stesso personale, tra l’altro decimato, non è istruito a trattare tale patologia, ma soprattutto è ancora oggi privo di quei dispositivi di protezione utili ad evitare il contagio dell’operatore stesso e dei pazienti. L’isolamento di piani Covid in una RSA è puramente fisico e non esclude affatto il contagio, in quanto non c’è la compartimentazione del personale, ovvero di personale dedicato.
La delibera di Regione Lombardia dell’8 marzo, che individua le RSA come strutture idonee nelle quali trasferire i positivi Covid, dando mandato alle ATS di individuarle sul territorio, va ritirata immediatamente. Così come bisogna fare da subito i tamponi al personale operante nelle RSA. Chiediamo all’assessore Gallera e al Presidente Fontana di tornare sui loro passi e, come hanno fatto retromarcia sui tamponi per i medici ascoltando la nostra richiesta, tornino sui loro passi anche per i pazienti e il personale delle RSA, che non sono operatori di serie B. Sono ormai troppi i decessi, un vero e proprio bollettino di guerra che va fermato.

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