Leggo e sento di continue polemiche. Anche da parte di giornalisti (ovviamente nazionali) e commentatori vari.
Devono avere proprio tanto tempo da perdere.
Nel migliore dei casi, sono degli irresponsabili.
In Lombardia abbiamo superato i 13mila contagi. In provincia di Cremona sono quasi 1800. Una crescita molto alta nel bergamasco e nel bresciano. E la curva sale nel milanese.
L’ultima polemica ha riguardato le mascherine della protezione civile, che poi si è saputo essere destinate ai volontari e non al personale che opera negli ospedali. Ma anche quella sulla realizzazione di posti letto di terapia intensiva nella fiera di Milano.
Lo dico adesso, e lo riprenderò solo a emergenza finita.
Gli ospedali di #Cremona, #Crema e Oglio Po a #Casalmaggiore, dopo quello di Codogno e insieme a quello di Lodi, sono stati i primi ad affrontare, da soli, l’emergenza sanitaria.
Lo scorso 25 febbraio, in consiglio regionale, avvicinai personalmente Fontana e Gallera (dopo i loro interventi in aula) per chiedere grande attenzione sui nostri ospedali, perchè già nei primi giorni emergevano le criticità che oggi conosciamo.
A tre settimane di distanza, il problema ha coinvolto tutta la Regione e il Paese.
A tre settimane di distanza i nostri ospedali stanno facendo ancora fatica a vedere arrivare medici e infermieri, mentre finalmente i pazienti vengono trasportati verso altre strutture. E questa è una buona notizia.
Sono a conoscenza delle tante difficoltà, e proprio per questo mi chiedo come si possa polemizzare sulla difficoltà di creare un ospedale dal nulla se mancano medici, attrezzature e mascherine da tempo.
Eppure c’è chi trova il tempo per le polemiche. Mi fermo qui, ma sarà bene non dimenticare le tante questioni sollevate in queste settimane appena terminata l’emergenza.
Ora la priorità è fare tutto il possibile per sostenere chi da tre settimane lavora negli ospedali, i volontari delle tante associazioni, i tecnici e i medici dell’Ats, i dipendenti della Regione, i gestori dei centri diurni e socio educativi per disabili, i gestori e il personale delle Rsa e dei centri di riabilitazione, i sindaci, gli amministratori, i dipendenti comunali e statali, i farmacisti, i dirigenti scolastici e gli insegnanti, gli educatori, gli operatori dell’informazione (soprattutto locale!), i sindacati, le associazione di categoria, i professionisti e tutti i lavoratori che non possono stare a casa. E le Istituzioni tutte.
Basta polemiche. La settimana che ci aspetta sarà molto impegnativa. Per questo a Regione e a Governo dico: al lavoro!