Matteo Piloni/ Maggio 7, 2019/ Comunicati stampa, Racconti dal Pirellone, Rassegna stampa/ 0 comments

Nessuna garanzia di finanziamento, nessun coinvolgimento degli enti locali, nessun sostegno alle esperienze virtuose. Per questo il Gruppo regionale del Pd, questa mattina, in consiglio regionale, ha votato contro alle modifiche alla legge regionale sulla Riorganizzazione del sistema lombardo di gestione e tutela delle aree protette. “È stata un’occasione persa”, commenta Matteo Piloni, consigliere regionale del Pd e capogruppo in VIII Commissione Agricoltura e parchi. E ha riguardato oltre il 25% del territorio regionale lombardo coperto e tutelato dalle aree protette, 24 parchi regionali, 14 parchi naturali, 67 riserve naturali, 3 riserve nazionali, 33 monumenti naturali, 1 parco nazionale, 250 Siti di Rete Natura 2000 e 104 Plis.

Ma le proposte di modifica alla legge regionale di riorganizzazione del sistema delle aree protette contenute nel progetto di legge di iniziativa del Pd, discusso in abbinamento al pdl di iniziativa della Giunta regionale, che avevano l’obiettivo di riattribuire un ruolo attivo agli enti locali all’interno del processo, sono state del tutto disattese. “Abbiamo votato contro queste modifiche perché se da un lato noi proponevano che la proposta del progetto di razionalizzazione e riorganizzazione delle aree protette venisse predisposta ‘d’intesa con gli enti locali interessati’, permettendogli di condividere e non di subire le trasformazioni in atto, dall’altro la decisione della maggioranza di centrodestra di non andare in questa direzione ha letteralmente svilito le istituzioni territoriali e tutti quelli che in questi 35 anni, da quando la legge regionale originaria è stata approvata, si sono spesi per la tutela ambientale della Lombardia”,

 

“Con la nostra proposta e gli emendamenti presentati chiedevamo di introdurre la possibilità per gli enti locali, e in particolare per Province e Città Metropolitana, di poter proseguire nelle gestioni virtuose di siti di Rete Natura 2000 e di riserve e monumenti naturali – prosegue Piloni –. Con un ordine del giorno depositato in consiglio, è stata poi sottolineata l’importanza di accompagnare il complesso processo di riorganizzazione, di cui la Giunta proponeva la proroga dei termini per la presentazione dei progetti, con opportune risorse finanziarie che consentissero ai parchi regionali di dotarsi di strumenti e di personale utile, non solo per la predisposizione e presentazione delle proposte, ma anche e soprattutto per la successiva e debita attuazione. Niente: tutto bocciato”.

 

Ma il “mancato coinvolgimento degli enti locali non può essere derubricato in questo modo, ce l’hanno chiesto le Province, compresa quella di Varese che non è certo vicina al Pd, i parchi, gli amministratori e oggi con questa legge non diamo né garanzie, né nessun tipo di risposta – ha aggiunto in sede di dichiarazione di voto Piloni –. Non solo: a parte l’Altopiano di Cariadeghe, a Serle, nel bresciano, per il quale la Giunta, nella sua proposta, ha introdotto modifiche, sono stati esclusi altri 32 monumenti naturali, nonostante le esperienze virtuose. Ma per quale motivo? Noi, al contrario, proponevamo di valorizzarli tutti”.

 

Insomma, per il Pd “era l’occasione per raddrizzare la barra ma è stata persa. Ci ha stupito anche il voto di astensione sulle nostre proposte da parte del M5s. È in questi momenti che si possono e si devono difendere davvero l’ambiente e i nostri territori. Non sui social! Ora non ci resta che augurarci che dopo la nuova scadenza del 31 ottobre si possa tornare in Commissione per ridiscutere questa legge e stimolare un ragionamento complessivo sui nostri enti locali e parchi”, ha concluso Piloni.

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