Matteo Piloni/ Aprile 3, 2019/ Comunicati stampa, Documenti, In Commissione VIII - Agricoltura, montagna, foreste e parchi, Politica del territorio e sul territorio, Rassegna stampa/ 0 comments

“Dopo sei mesi di lavoro, il tavolo sull’emergenza fanghi in Lombardia ha dato il suo primo frutto: una risoluzione che è stata approvata lunedì, in seduta congiunta, dalle commissioni Agricoltura e Ambiente e che sarà sottoposta al voto dell’aula consiliare il prossimo 4 giugno”.
 
E’ soddisfatto Matteo Piloni, capogruppo della commissione Agricoltura, del lavoro svolto dal tavolo congiunto, istituito lo scorso settembre per stendere un documento con regole precise da inviare al Governo, chiamato a elaborare la revisione del decreto legislativo 99/92, ormai inadeguato.
 
“Il testo approvato contiene tutte le indicazioni e le finalità da perseguire, ma non i parametri che saranno invece indicati dalla normativa – spiega Piloni, entrando poi nel merito del provvedimento – come gruppo PD abbiamo preteso, innanzitutto, che nel testo della risoluzione vi fosse l’indicazione delle nuove sostanze nocive inquinanti, anche in virtù delle nuove conoscenze tecnico-scientifiche e del mutato contesto ambientale e produttivo. Abbiamo poi inserito, attraverso uno stanziamento di maggiori risorse, un incremento dei controllieffettuati da ARPA presso gli impianti di trattamento, sui fanghi e sui terreni”.
 
“Nella risoluzione chiediamo, inoltre – aggiunge l’esponente dem – che venga disciplinata efficacemente anche la produzione dei gessi di defecazione in modo analogo ai fanghi, prevedendo un atto che garantisca la loro tracciabilità e conformità. Infine, nel testo è previsto che sui singoli parametri indicati dalla normativa la Regione possa intervenire anche in maniera più restrittiva”.
 
“In un’ottica di economia circolare – aggiunge – il riutilizzo e la valorizzazione dei fanghi di depurazione di alta qualità in agricoltura rappresenta una valida opportunità per il suolo, grazie al recupero di elementi nutritivi quali l’azoto e il fosforo, che permette di evitare l’impiego di fertilizzanti chimici”.
 
“Ma le regole – sottolinea Piloni – devono essere certe e stringenti e devono assicurare il rispetto di parametri di qualità e di purezza, impedendo, come peraltro espressamente previsto dalla direttiva europea di riferimento, effetti nocivi sul suolo, sulla vegetazione, sugli animali e sull’uomo, assicurando quindi che non sia compromessa la qualità del terreno, delle acque e della produzione agricola”.
 
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