“La notizia di una partoriente del casalasco, che appena in tempo è arrivata in ambulanza a Cremona, dopo essersi recata al Pronto Soccorso dell’ospedale Oglio Po, ci rende ancor più determinati a chiedere all’assessore al Welfare Guido Bertolaso la riapertura in deroga del punto nascite chiuso dal 2018. Il caso non è purtroppo isolato, e soprattutto, il punto nascite chiuso ha messo a rischio un evento che dovrebbe essere portato a termine in serenità e in sicurezza per la donna, per il nascituro o la nascitura, e tutti i familiari”.
Marco Carra e Matteo Piloni, consiglieri regionale del PD, commentano così il fatto appreso dalla stampa di una donna giunta appena in tempo all’ospedale di Cremona per non aver avuto a possibilità di partorire all’ospedale dell’Oglio Po dove si era recata per i forti dolori conseguenti ad un parto imminente e non programmato.
Carra e Piloni, il 14 settembre scorso, hanno presentato un’interrogazione sul punto nascite, oggi ancora chiuso, a cui Bertolaso ha risposto il 24 ottobre con un impegno formale a chiedere la deroga al ministero.
“Le responsabilità delle situazioni difficili che sta vivendo l’Oglio Po sono esclusivamente di Regione Lombardia – precisano i consiglieri dem -. Peraltro, va nuovamente evidenziata la falsità contenuta nel documento con il quale la Regione ha sancito la chiusura del punto nascite. In quel documento si diceva che da Casalmaggiore all’ospedale di Cremona occorressero 15-20 minuti per il trasferimento quando la realtà ci dice che ne servono 45. Per queste ragioni, la Regione deve prendere decisioni a favore dei territori e di una sanità pubblica efficiente e al servizio dei cittadini che vivono nelle aree più periferiche. Noi continueremo ad incalzare la Regione a tutela dei cittadini lombardi. In questo quadro, chiediamo a Bertolaso che fine ha fatto l’impegno formale che si è preso rispondendo alla nostra interrogazione. Si è attivato nei confronti del Ministero della Sanità per chiedere la deroga per la riapertura del punto nascite dell’ospedale Oglio Po? I cittadini del casalasco-viadanese sono stanchi di essere presi in giro – concludono Piloni e Carra – da una Regione lontana e che non dà risposte”.