Matteo Piloni/ Luglio 31, 2023/ La settimana in Consiglio/ 0 comments

Regione Lombardia ai più fragili lascia ancora solo le briciole. L’ennesima dimostrazione è arrivata questa mattina, con la comunicazione dell’assessore Lucchini: una quota straordinaria di 2,6 milioni di euro da destinare ai comuni fino a 3mila abitanti per arrivare a coprire il 47% delle spese sostenute nel 2022 per i minori provenienti da famiglie in difficoltà rappresenta davvero poca cosa, rispetto all’entità del problema e non è certo un caso se noi, per sostenere concretamente i comuni lombardi, avevamo chiesto 10 milioni.
Secondo alcune stime questo sistema di protezione e cura dei bambini comporta per l’ente locale una spesa pari a circa 80-100 euro al giorno per ogni minore. Ecco, quindi, che un’amministrazione è soggetta a costi che, nell’arco di un anno, ammontano a circa 30mila euro per ogni minore, cifra che è tanto più difficile da gestire quanto maggiore è il numero di bambini nei cui confronti è disposta la forma di protezione. Costi che, nel corso degli ultimi anni, hanno risentito, e risentono tuttora, dell’aumento generale di prodotti e servizi, nonché, purtroppo, dell’incremento del numero di minori accolti in comunità.
E non è certo migliore il trattamento riservato ai disabili soprattutto se consideriamo le misure regionali rivolte alle persone affette da una disabilità gravissima (B1) o grave (B2). Misure che, come gruppo Pd, abbiamo più volte chiesto di potenziare, anche durante l’ultimo assestamento di bilancio in cui abbiamo presentato un apposito ordine del giorno che proponeva di utilizzare, a copertura, le risorse destinate alle azioni di comunicazione interna ed esterna della giunta. Per la misura B2, inoltre, abbiamo presentato anche un emendamento specifico per far rientrare nella platea dei beneficiari tutti coloro che, pur avendo i requisiti, sono stati esclusi per mancanza di risorse.
Tutte proposte più volte bocciate da questa maggioranza che parla sempre molto, ma che fa sempre troppo poco, continuando a investire nei servizi sociosanitari solo il 10% di quanto spende ogni anno per la salute dei lombardi.
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