Matteo Piloni/ Giugno 13, 2023/ La settimana in Consiglio/ 0 comments

Trentaseimila famiglie lombarde interessate, 15mila domande rimaste inevase, quasi 600 non ammesse: sono i numeri di Dote sport, l’iniziativa pensata per aiutare i nuclei familiari in condizioni economiche meno favorevoli ad avvicinare i propri figli, dai 6 ai 17 anni, alle attività sportive. “Troppe famiglie rimangono escluse dalla misura, che si basa su graduatorie stabilite per valore Isee crescente, ma con poca trasparenza su quali sono i veri criteri di selezione, a maggior ragione per chi non viene nemmeno ammesso – commenta Pietro Bussolati, consigliere regionale del Pd –. Da anni lamentiamo il fatto che la dote va rivista, perché pur essendo utile rischia di non aiutare veramente chi ha bisogno. Ma soprattutto lascia troppi ragazzi senza sostegno, in quanto lo stanziamento è veramente ridotto all’osso e, appunto, per dei criteri che sanno molto di discriminatorio”.

Il primo, quello più contestato dal Gruppo regionale del Pd anche nel recente passato, riguarda la residenza: “Il bando chiede la residenza continuativa in Lombardia da almeno 5 anni di almeno uno dei genitori – spiega la collega Paola Bocci –. A febbraio del 2022 avevamo chiesto con una interrogazione se Regione non intendesse eliminare questo principio assolutamente ingiusto. E l’allora assessore allo Sport Rossi aveva risposto che bisognava modificare l’intera legge per farlo, decisione che sollecitiamo da tempo, ma mai attuata. Questo vincolo di fatto impedisce di accedere al contributo sia ai minori con famiglie di origine straniera, sia ai figli di lavoratori e lavoratrici, occupati ad esempio nel settore sanitario o scolastico, o nelle Forze dell’ordine, che si spostano facilmente da una regione all’altra e magari lavorano in Lombardia da poco tempo”.

Un problema che non riguarda solo questo bando, ma che in questo caso colpisce direttamente bambini e ragazzi: “È fondamentale e urgente modificare la legge quadro di riferimento per superare disuguaglianze ingiustificate. Inoltre, in base alle domande respinte sul criterio della residenza, si potrebbe calcolare l’adeguamento delle risorse per poter dare risposte a tutti gli aventi diritto”, aggiunge la consigliera dem.

Le fa eco il collega Matteo Piloni: “Ancora una volta la Giunta regionale non risponde ai bisogni di migliaia di famiglie. Il carovita sta pesando moltissimo sulle famiglie, che rischiano di trovarsi costrette a rinunciare ad attività importanti per i figli come lo sport. Così come per la Dote scuola, anche questa è un’attività essenziale su cui Regione deve investire più risorse per sostenere, non solo a parole, le famiglie lombarde”.

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