Matteo Piloni/ Giugno 7, 2023/ La settimana in Consiglio/ 0 comments

Ieri pomeriggio nel Consiglio regionale della Lombardia abbiamo discusso di Trenord. E abbiamo chiesto: come sarà il servizio ferroviario tra cinque o dieci anni? Migliore o peggiore?
Per noi dipende da scelte che devono essere fatte ora. Non è un segreto che la soddisfazione dei cittadini sia bassa e che i disagi siano quotidiani.
L’ultimo episodio è di ieri sera e ha visto centinaia di pendolari cremonesi e mantovani “ostaggio” di Trenord per ore a causa di un guasto al treno. L’ennesimo.
Che cosa hanno deciso Fontana e i suoi?
Di non cambiare nulla per i prossimi dieci anni, fino al 2033.
Anzi, una cosa cambierà: il prezzo del biglietto, e nemmeno di poco perché la previsione è del 40%.
Un aumento che si aggiunge ai costi del rinnovo decennale del contratto di servizio con Trenord che costerà a Regione Lombardia 97,2 milioni di euro in più.
Il nuovo piano, infatti, prevede un corrispettivo fisso di 542 milioni all’anno, a fronte dei 453 milioni impegnati nel 2022 e la differenza genera una maggiore spesa a carico del bilancio regionale che corrisponde appunto a 97,2 milioni. Dove vengono trovate queste risorse? Dal momento che le risorse nazionali, 30 milioni all’anno, non bastano, il nostro timore è che per garantire il contratto con Trenord si vada a intaccare il fondo già assai fragile per il trasporto pubblico locale che non permette alle agenzie di garantire un servizio adeguato.
Anche di fronte a questi numeri, il servizio ferroviario ha bisogno di una svolta. Serve una gara pubblica che estenda e ridefinisca il servizio per renderlo efficiente e puntuale, tutelando al contempo l’unica parte sana di Trenord: lavoratrici e lavoratori.
Ieri abbiamo chiesto di rivedere questa decisione e di puntare ad un rilancio vero del servizio ferroviario. Purtroppo la maggioranza di Fdi e Lega ha detto di NO. A loro va bene così. Alla faccia dei pendolari, dei lombardi e dei nostri territori. E delle nostre tasche. Com’era un vecchio detto leghista? Ah si, “lùmbard, paga e tàs”.
Ma non ci fermiamo qui. Continueremo a lavorare e fare proposte per un servizio ferroviario efficiente.
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