Anche Crema ha la sua Casa di Comunità. O meglio, ha i cartelli che indicano la Casa di Comunità. Proprio come tutte le strutture che il “duo meraviglia” Fontana-Moratti hanno inaugurato in questi mesi. I servizi e gli spazi della sede di via Gramsci sono infatti gli stessi di sempre. Così come sono uguali i disagi per gli anziani e i disabili. Che resteranno tali almeno per un altro anno.
Il prossimo 9 gennaio “i cartelli” saranno inaugurati dal nuovo assessore regionale alla sanità Guido Bertolaso. Il terzo assessore in 5 anni, così come 3 sono stati i direttori generali della sanità lombarda che si sono avvicendati in questi 5 anni. Un’inaugurazione che ha il sapore dell’ennesima passerella, perché in via Gramsci, di nuovo, ci sono solo appunto i cartelli.
Ricordo che per la realizzazione della case di comunità la Regione utilizzerà risorse europee del Pnrr. Per ogni casa di comunità è prevista una spesa di 1.5 milioni di euro. Il resto deve essere garantito dalla Regione che, a questo punto, sta dimostrando di non volere investire nella sanità di territorio e nelle esigenze del cremasco che, ad oggi, su un bacino di 165mila abitanti vede solo 2 case di comunità: una a Crema, in un immobile non adeguato dal punto di vista dell’accessibilità, e l’altra presso il Santa Marta di Rivolta d’Adda. Un po’ pochino per una Regione che DEVE potenziare la medicina di territorio.
Case di comunità che, però, sono le stesse di prima. E qualora venissero completate, non sarebbero comunque sufficienti a coprire il “vuoto” della medicina di territorio creato da chi da 28 anni governa la nostra Regione.
E’ utile ricordare che le case della comunità sono state imposte a Regione Lombardia dal Governo per rafforzare la medicina di territorio. Che in Lombardia non c’è. Perchè in questi ultimi vent’anni la nostra Regione ha puntato solo sugli ospedali. Il covid ha reso evidente l’assenza della medicina di territorio. Di case di comunità ne servirebbero 1 ogni 25mila abitanti, ma la Lombardia ne ha previste 1 ogni 50mila. Perchè? Perchè qui, diversamente da altrove, si parte da zero. Ma le case di comunità che Moratti e Fontana stanno inaugurando insieme sono vuote. In alcuni casi sono strutture già esistenti, come quyella di via Gramsci, ma che non sono case di comunità. Il motivo? Perchè in Lombardia non si è investito sulla medicina di territorio. E quindi mancano i medici, i pediatri di base, la guardia medica, e si continua ad andare al pronto soccorso. Quelle che vengono inaugurate non sono case di comunità. Si chiamano “propaganda”. Ecco perchè in Lombardia serve una Sanità vicina. Ma per davvero.
Tornando all’immobile di via Gramsci è bene ricordare che la soluzione migliore sarebbe stata quella di investire le risorse nel recupero dell’immobile dell’ex tribunale, adiacente all’Ospedale. Dotato di ampi spazi, parcheggi e molto più accessibile, come ben dimostra il Centro vaccinale. Fontana e Moratti hanno invece deciso di mettere i soldi del PNRR nella sede di via Gramsci, nonostante tutte le oggettive criticità logistiche sollevate, a partire dalle difficoltà di parcheggio e di accessibilità, e nonostante le rassicurazioni verbali di Fontana in visita a Crema in due occasioni.
Avremmo potuto recuperare un immobile già esistente e funzionale (il centro vaccinale è lì a vedersi), ma purtroppo non sarà così. Un’occasione sprecata che non darà risposte alla necessità dei cittadini. Solo propaganda. E della peggior specie.