Trenord: rivedere i criteri dell’indennizzo ai pendolari per i ritardi dei treni.
È quanto ho chiesto in commissione trasporti di Regione Lombardia.
La scelta di togliere il bonus ai pendolari è sbagliata. Si potevano lasciare sia il bonus che l’indennizzo, come nel precedente contratto, ma si è scelto di limitare l’erogazione dei rimborsi, e cioè di risparmiare sulla pelle dei pendolari.
Le linee che avrebbero avuto diritto al bonus con i vecchi criteri per il mese di gennaio sono 20 su 41, ma con il nuovo meccanismo, che prevede il conteggio dei ritardi sopra i 15 minuti, le linee sono “solo” 3. Un risparmio notevole per Trenord e una beffa per i pendolari.
Ho poi evidenziato che due delle tre linee che danno diritto all’indennizzo sono della provincia di Cremona: la Cremona-Treviglio con una media di ritardo di 18 minuti e la Parma-Brescia con oltre 30 minuti, confermandosi la linea peggiore della Lombardia.
Significa che i problemi maggiori continuano ad essere sui nostri territori e che il nuovo meccanismo rischia di disincentivare l’utilizzo del treno quando andrebbe fatto l’esatto contrario.
Ma non è finita qui
Il nuovo contratto prevede, nel caso di linee non dirette – come ad esempio la Cremona-Treviglio – il riconoscimento dell’indennizzo solo per la tratta più lunga. In poche parole, se un pendolare deve cambiare treno per raggiungere Milano e la sua linea di partenza rientra tra quelle che danno diritto all’indennizzo – come la Cremona-Treviglio – ma quella più lunga no – la Treviglio-Milano – viene conteggiata questa e il pendolare perde il diritto all’indennizzo.
Per questo oggi ho chiesto al’assessore Lucente di rivedere questo meccanismo perverso che penalizza ulteriormente i pendolari delle linee non dirette- come la Cremona-Treviglio – e che avrebbero il diritto all’indennizzo.