Matteo Piloni/ Marzo 25, 2024/ La settimana in Consiglio/ 0 comments

Questa settimana siamo tornati a protestare contro i tagli ai contributi per le persone con disabilità in condizioni gravi e gravissime, deciso dalla giunta regionale a fine dicembre e solo parzialmente corretto nei giorni scorsi, dopo le numerose proteste delle associazioni e delle forze del centrosinistra in Consiglio regionale.
E lo abbiamo fatto esponendo una grande “0,03%”: la quota di risorse rispetto al bilancio regionale che manca per inertizzare i tagli e dare maggior sostegno a queste persone, in particolare per i loro caregiver, gli assistenti personali che prestano assistenza continua.
La scritta, in carta rossa, era ben visibile da tutti i piani di palazzo Pirelli. Perchè lo abbiamo fatto?
Perchè vogliamo dire una cosa molto semplice e chiara: siamo contro i tagli che Regione Lombardia e la giunta Fontana stanno operando sulla pelle delle persone con disabilità. Vengono tagliati contributi molto significativi ai caregiver familiari, ai servizi riguardanti le persone con disabilità. Troviamo scandaloso il fatto che la giunta Fontana non impieghi neanche lo 0,03 per cento del bilancio di Regione Lombardia per riparare ai tagli. L’assessore Lucchini continua a chiacchierare, ma i fatti sono molto poco significativi. Inoltre, praticamente la giunta Fontana dice che se ci sono nuove persone che hanno bisogno di contributi, bisogna aspettare che muoia qualcuno di quelli che li hanno sin qui ricevuti. Quindi non ci possono essere nuovi beneficiari dei contributi riguardanti la disabilità più grave. È assurdo e inaccettabile.

Dietro i numeri ci sono persone e famiglie che subiscono una decisione sbagliata della giunta e del centrodestra lombardo, e per noi è inaccettabile. Per questo stiamo insistendo per evitare questi tagli che pesano e peseranno anche su centinaia di famiglie cremasche e cremonesi. Soprattutto il numero di persone cremasche che si sono viste riconosciute la misura B2 sono 402, il numero più alto di tutta la Lombardia. E il dato che deve fare riflettere, in riferimento ai bisogni e ai servizi del nostro territorio, è che si tratta del numero più alto anche di quegli ambiti che hanno una popolazione più elevata. Queste persone e le loro famiglie, invece di vedersi tagliati i contributi, devono essere sostenute da regione Lombardia, a cui basterebbe lo 0,03% del bilancio per evitare i tagli.

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