Matteo Piloni/ Gennaio 8, 2024/ La settimana in Consiglio/ 0 comments

In merito alla questione “tagli ai voucher misure B1 e B2” previsti dalla giunta regionale con la delibera del 28 dicembre (numero 1669), provo a fare un po’ di chiarezza, delibere e numeri alla mano.

Le misure B1 e B2 sono in larghissima parte finanziate con il fondo nazionale non autosufficienza.
Nel 2022 per la prima volta il fondo (ricordo che il decreto porta la firma ministro Orlando) ha avuto una definizione economica triennale ed è stato incrementato notevolmente. Le risorse della prima annualità, cioè 2022, vanno a ricadere sul bilancio regionale successivo e sono stati destinati per la Lombardia 125.427.000 euro e nel 2023 (a disposizione per il 2024) ci sono 127.545.000.
Poi la regione cofinanzia con risorse autonome (13.6 milioni nel 2023 e 14 milioni previsti nel 2024) e con una parte di fondo sanitario (quindi sempre nazionale) invariato a 13 milioni nel 2023 e nel 2024.

Alla fine dei conti quindi la regione incrementa sull’ intera partita per il 2024 solo 400mila euro in più rispetto al 2023 su un tot. di 137.945.000 euro che arrivano da Roma in virtù del Fondo triennale.

E’ evidente che, considerato che il livello nazionale prevede (a mio parere giustamente!) che si vada progressivamente a politiche per la disabilità che non siano solo fatte da voucher ma che si costruisca una rete per offrire servizi, se la regione – che deve dal 2024 attenersi a questa indicazione nazionale – aggiunge solo 600mila euro di risorse autonome dal 2023 al 2024, la coperta risulta inevitabilmente troppo corta per garantire la stessa cifra del “buono” erogato sino ad oggi alle famiglie con disabili gravissimi e gravi.

La delibera del 28 dicembre fotografa questa situazione e, stante le attuali risorse, garantisce i contributi per i voucher per soli 5 mesi e dal 1° giugno prevede la riduzione da 650 a 400 euro mensili per l’assegno che le persone con disabilità grave ricevono come contributo per l’assistenza domiciliare, mentre chi vive in una condizione di dipendenza vitale da macchinari (per esempio coma, stato vegetativo o tracheotomia) vedrà ridursi il contributo da 900 a 700 euro al mese.

La rimodulazione del fondo nazionale per la non autosufficienza è nota dal 2022, quindi la giunta regionale aveva tutto il tempo per prepararsi e arrivare al 2024 prevedendo le risorse necessarie sia per le misure B1 e B2 sia per l’implementazione dell’offerta dei servizi. Così non è stato.

Noi insisteremo affinché non solo i tagli previsti siano evitati, ma soprattutto che i servizi per le persone con disabilità siano rafforzati, a partire dai cosiddetti “progetti di vita”. 

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