Matteo Piloni/ Marzo 21, 2023/ La settimana in Consiglio/ 0 comments

Nel maggio del 2021 il consiglio regionale ha approvato all’unanimità una mia proposta che affrontava tre questioni:

  • predisporre una specifica disciplina normativa e regolamentare per la nuova realizzazione o l’ampliamento di insediamenti logistici sul territorio regionale, introducendo una regia sovracomunale per la localizzazione degli interventi;
  • redigere le linee guida per l’individuazione degli ambiti di valenza sovracomunale degli insediamenti logistici, privilegiando gli ambiti di rigenerazione di cui alla l.r. 18/2019 (aree dismesse) e la prossimità dei principali collegamenti infrastrutturali esistenti, incentivando l’intermodalità ferro-gomma-acqua, agevolando la riconversione di siti industriali dismessi e densificando gli immobili logistici;
  • redigere un Piano dei trasporti delle merci e della logistica sostenibile.

Tre proposte che avevano come obiettivo quello di affrontare il grande problema del consumo di suolo e degli insediamenti di logistica sui nostri territori.

Due mesi dopo, nel luglio del 2021, per stimolare la maggioranza a dar corso a quanto approvato, ho presentato una proposta di legge declinando questi tre obiettivi, con l’obiettivo di colmare un vuoto normativo che, da anni, sta aumentando il consumo di suolo sui nostri territori.

Purtroppo a nessuna delle due proposte è stato dato corso durante la legislatura appena conclusa, e il problema degli insediamenti di logistica rimangono in tutta la loro evidenza. L’ultimo esempio nel nostro territorio riguarda l’insediamento che sta sorgendo nel comune di Dovera (CR).

Il punto è, infatti, quello di mettere in campo una normativa che ne regolamenti gli insediamenti che, oggi, sono gestiti esclusivamente dai singoli comuni. Eppure si tratta di insediamenti di decine e decine di migliaia di metri quadrati il cui impatto coinvolge anche i Comuni vicini e non esclusivamente il Comune su cui ricade l’insediamento. Nessuno mette in discussione la legittimità degli strumenti urbanistici e regolatori di ciascun Comune. Il tema è tutto politico. Sulla pianificazione serve ragionare in termini di territorio: in poche parole, di area omogenea.

Per gestire questi processi, e non subirli, non è sufficiente la buona volontà del singolo amministratore, bensì serve una normativa almeno regionale che possa governarli. La “mia” proposta di legge equipara le grandi strutture di vendita agli insediamenti di logistica, prevedendo un accordo di programma autorizzato dall’ente regionale, seguendo una serie di criteri a partire da infrastrutture già esistenti e dalla necessità di preferire aree dismesse a strutture ex novo, oltre a prevedere una parte dedicata alla qualità e quindi alla tutela del lavoro.

La nuova legislatura regionale è da poco avviata e nei prossimi giorni ripresenterò il testo di legge, ma nell’attesa che Regione Lombardia faccia la sua necessaria parte, è importante che anche il territorio comprenda a pieno questa enorme necessità, mettendolo nell’agenda dell’Area Omogenea Cremasca con l’obiettivo di avviare un percorso per condividere e stendere un piano d’area di pianificazione territoriale del territorio cremasco che comprenda forme che vanno dalla perequazione territoriale, all’incentivo fiscale fino alla definizione di prestazioni e compensazioni.

Credo che questo sia uno straordinario tema da portare avanti nell’interesse del territorio e che possa configurarsi come un’esperienza da portare all’attenzione di Regione Lombardia.

lettera al direttore

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