Regione Lombardia deve chiedere, assieme alle istituzioni del nostro territorio, subito lo stato di calamità: ne hanno bisogno le aziende del cremasco colpite dalla forte grandine di sabato. Siamo in una vera e propria fase di emergenza: l’iter va avviato urgentemente.
A Crema, nella zona produttiva tra via Milano e la Paullese, Vailate, Trescore Cremasco, Casaletto Vaprio, Quintano, Pieranica, Cremosano, Capergnanica, Casaletto Ceredano, Chieve, Bagnolo c’è stato l’inferno: i danni agli edifici, alle auto in sosta, alle abitazioni, alle strutture delle aziende, ai campi coltivati, persino alle scuole.
Sembrava di stare sotto un bombardamento. I ‘chicci’ erano grandi come mandarini.
Il punto ora è riavviare le attività.
Le aziende, con i loro capannoni, i tetti bucati o divelti, i mezzi di trasporto danneggiati, devono ripartire quanto prima. E agli agricoltori servono ristori per i raccolti danneggiati.
E non si tratta solo di danni alle “cose”, ma anche il fermo lavorativo dei prossimi giorni. Alcune aziende non riescono a riaprire le proprie attività
Per questo serve agire subito. C’è bisogno che le Istituzioni siano vicine al nostro territorio. Già stamattina ero in contatto con alcuni imprenditori che chiedono una mano.
Alla regione chiediamo di richiedere al Governo lo stato di calamità naturale. E ai parlamentari del territorio di sostenere la richiesta. Non c’è un minuto da perdere.