Questa settimana ho presentato la proposta di istituire nel cremasco un distretto del cibo. Una proposta che porta il mio nome ma che non è “mia” e che, anzi, offro al territorio.
Perchè questa idea?
Tra qualche anno sul pianeta saremo 9 miliardi. Le crisi che stiamo attraversando (politica, pandemica, ambientale e alimentare) ci deve obbligare a rivedere molte cose. Tra queste una migliore e sostenibile produzione e distribuzione del cibo, puntando all’autonomia alimentare.
E allora cosa può fare un territorio?
Ad esempio darsi la forma giuridica di un distretto, riconosciuto dalla regione Lombardia, non solo per le possibilità di finanziamento ma soprattutto per mettere intorno ad un tavolo, in maniera strutturata, pubblico e privato per condividere e sviluppare politiche del cibo. Per caratterizzare una nostra filiera di produzione e di distribuzione, puntando anche alla ristorazione istituzionale, puntando sulla ricerca e sulla conoscenza, anche attraverso e incentivando forme di produzione nuove. Significa lavorare sulla salute, sulla sostenibilità e sullo sviluppo del territorio. Significa ridurre il consumo di suolo. Significa puntare sulla prevenzione.
E’ una proposta che, se condivisa, può già muovere i primi passi nei prossimi mesi. Diamoci da fare!
qui il testo del progetto: