Oggi ho presentato la proposta di istituire nel cremasco un distretto del cibo. Una proposta che porta il mio nome ma che non è “mia” e che, anzi, offro al territorio. Una proposta realizzata insieme ad Emanuele Cabini, presidente provinciale dell’ordine degli agronomi, e Luca Fusarpoli, imprenditore agricolo specializzato nel campo della ricerca.
Perchè questa idea
Tra qualche anno sul pianeta saremo 9 miliardi. Le crisi che stiamo attraversando (politica, pandemica, ambientale e alimentare) ci devono obbligare a rivedere molte cose. Tra queste una migliore e sostenibile produzione e distribuzione del cibo, puntando all’autonomia alimentare.
E allora cosa può fare un territorio
Ad esempio darsi la forma giuridica di un Distretto, riconosciuto da regione Lombardia, non solo per le possibilità di finanziamento ma soprattutto per mettere intorno ad un tavolo, in maniera strutturata, pubblico e privato per condividere e sviluppare politiche del cibo. Per caratterizzare una nostra filiera di produzione e di distribuzione, puntando anche alla ristorazione istituzionale.
Puntando sulla ricerca e sulla conoscenza, anche attraverso e incentivando forme di produzione nuove. Significa lavorare sulla salute, sulla sostenibilità e sullo sviluppo del territorio. Significa ridurre il consumo di suolo. Significa puntare sulla prevenzione.
E’ una proposta che, se condivisa, può già muovere i primi passi nei prossimi mesi.
Ed è per questo che oggi l’ho idealmente consegnata nelle mani di Fabio Bergamaschi – Candidato Sindaco Crema. Perché credo che sua il comune di Crema a creare le condizioni di condivisione con tutto il territorio. E anche per questo consegnerò il lavoro anche agli altri candidati a sindaco di Crema. Ma soprattutto lo consegnerò la prossima settimana a tutti i sindaci del cremasco.
Perchè ci sono due modi di fare Politica: gestire i cambiamenti o subirli.
Per cui…diamoci da fare
qui il testo del progetto: