La questione sollevata nei giorni scorsi dagli amici della lista CremAperta dimostra ancora una volta la forte esigenza di spazi di cui necessita il nostro ospedale. O meglio, i servizi che la sanità pubblica offre sul nostro territorio.
In questo caso si parla del magazzino farmaceutico e le cui criticità sono note, e che da anni è “ospitato” in una struttura privata per cui l’Asst paga un affitto.
Quando nel 2015 si è iniziato a parlare di un riutilizzo dell’ex tribunale lo si è fatto di fronte alla possibilità di realizzare i Presst, prevista dalla legge sulla sanità voluta da Maroni per rafforzare la medicina di territorio e mai realizzati, con l’obiettivo non tanto di riutilizzare un immobile dismesso, quanto per rispondere alle esigenze di spazi del servizio sanitario pubblico, a vantaggio del territorio. Il magazzino farmaceutico è un altro esempio di questa esigenza, non necessariamente collegata all’ex tribunale, oggi ancora utilizzato per l’hub vaccinale, ma fortemente collegata all’esborso di soldi pubblici per utilizzare spazi privati. E non parliamo di un servizio “a tempo”, bensì di un magazzino che serve e servirà sempre l’ospedale e all’ospedale. Purtroppo la Regione in questi anni non ha dato risposta all’esigenza di spazi della nostra Asst, voltando la testa anche sull’opportunità di utilizzare l’ex tribunale.
Risultato: si continuano ad utilizzare soldi pubblici per pagare affitti a privati. Che si aggiungono a quelli che Regione pagherà per portare gli attuali uffici di via Gramsci per dare spazio alla casa di comunità.
Sarebbe invece l’ora di investire davvero sulla sanità pubblica, anche in termini di spazi, e invertire quella tendenza che negli ultimi vent’anni ha visto smantellare la sanità territoriale a vantaggio del privato. D’altronde com’era quel vecchio motto leghista? Ah, già: lumbàrd, paga e tàs.
Quando nel 2015 si è iniziato a parlare di un riutilizzo dell’ex tribunale lo si è fatto di fronte alla possibilità di realizzare i Presst, prevista dalla legge sulla sanità voluta da Maroni per rafforzare la medicina di territorio e mai realizzati, con l’obiettivo non tanto di riutilizzare un immobile dismesso, quanto per rispondere alle esigenze di spazi del servizio sanitario pubblico, a vantaggio del territorio. Il magazzino farmaceutico è un altro esempio di questa esigenza, non necessariamente collegata all’ex tribunale, oggi ancora utilizzato per l’hub vaccinale, ma fortemente collegata all’esborso di soldi pubblici per utilizzare spazi privati. E non parliamo di un servizio “a tempo”, bensì di un magazzino che serve e servirà sempre l’ospedale e all’ospedale. Purtroppo la Regione in questi anni non ha dato risposta all’esigenza di spazi della nostra Asst, voltando la testa anche sull’opportunità di utilizzare l’ex tribunale.
Risultato: si continuano ad utilizzare soldi pubblici per pagare affitti a privati. Che si aggiungono a quelli che Regione pagherà per portare gli attuali uffici di via Gramsci per dare spazio alla casa di comunità.
Sarebbe invece l’ora di investire davvero sulla sanità pubblica, anche in termini di spazi, e invertire quella tendenza che negli ultimi vent’anni ha visto smantellare la sanità territoriale a vantaggio del privato. D’altronde com’era quel vecchio motto leghista? Ah, già: lumbàrd, paga e tàs.