L’agricoltura professionale lombarda tra economia, società, ambiente e la nuova Pac proiettata al 2030. Ne parliamo in un’AGORA’ DEMOCRATICA SUL TEMA il prossimo giovedì 17 marzo.
Fra gli altri interverranno:
Paolo De Castro – Primo Vice-Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo
Susanna Cenni – Vice Presidente della Commissione Agricoltura Camera dei Deputati
Matteo Piloni – Capogruppo Pd Commissione Agricoltura Regione Lombardia.
Il Contesto cui si svolge la nostrà Agorà
La Lombardia è un’area vocata alla zootecnia. Per parlare di agricoltura in Lombardia e delle sue necessità dobbiamo fissare un punto: riconoscere l’identità produttiva della nostra Regione e dell’intera pianura padana. Una volta riconosciuta questa identità e, di conseguenza, le molte realtà produttiva nel settore agricolo, questa va sostenuta.
Alcuni numeri:
In Pianura padana si colloca circa l’80% della zootecnia nazionale: sia bovina (vacche da latte e ingrasso) che suini. Le produzioni primarie sono destinate alla trasformazione in prodotti Dop, eccellenze alimentari riconosciute in tutto il mondo. Formaggi e salumi che costituiscono la gran parte delle Dop di cui l’Italia
detiene il record mondiale. Solo qualche esempio: grana padano, la Dop più consumata al mondo, il parmigiano reggiano ed i due prosciutti di Parma e San Daniele. La loro area produttiva è di fatto l’intera Pianura Padana. Ma non sono le sole. Prodotti che consentono con alcune altre eccellenze, come il vino, un
export di oltre 50 miliardi euro l’anno e la cui produzione riguarda la coltivazione di foraggi e cereali per oltre un milione di ettari in Val Padana, di cui oltre 500mila destinati al mais, vero motore energetico della zootecnia e che oggi soffre di una profonda crisi, argomento da non sottovalutare.
Il solo Consorzio del Grana Padano trasforma circa 50 milioni di quintali di latte l’anno, produce 5,2 milioni di forme di formaggio l’anno, di cui 2,1 destinate all’export, 129 caseifici e 40.000 addetti. Le aziende agricole interessate sono stimate in circa 5.000. Valore generato dal solo formaggio oltre un miliardo di
euro l’anno.
Il Consorzio del Prosciutto di Parma ha prodotto nel 2020 8,7 milioni di prosciutti in 140 aziende produttrici, di cui il 71 % destinato al mercato interno ed il 29 a quello estero. Sono coinvolti 3.600 allevamenti, 77 macelli, 3.000 addetti e circa 50.000 impiegati. Valore generato dal solo prosciutto dai 4 ai 5 miliardi di euro
l’anno.
E’ presente nell’opinione pubblica un concetto secondo il quale tutto ciò rappresenti una forma di allevamento intensiva e poco rispettosa di uomini e animali. Ma la verità è che la Pianura padana è un’area ad alta intensità antropica. Ma L’agricoltura e l’allevamento, oltre ad alimentare una florida attività
manifatturiera di trasformazione e commerciale, vi erano insediate ben prima dell’industria e di altre attività economiche, anzi ne hanno favorito lo sviluppo.
Ma analizzando meglio si osserva come:
in Italia gli allevamenti con più di 500 capi (metà adulti e metà giovani) sono 929, mentre gli allevamenti misti oltre 1500.
Di questi, in Lombardia abbiamo oltre 500 stalle (metà vacche in mungitura e metà capi giovani). Stalle che per la maggior parte sono di piccole e medie dimensioni.
Per quanto riguarda la suinicoltura, i territori più “produttivi” sono le province di Mantova e Cremona (che afferiscono all’Ats Valpadana) con 157 maiali per kmq. Seguono Brescia con 132 (come provincia singola la più produttiva), Milano e Lodi con 85 e Bergamo con 47 capi per kmq.
Per quanto riguarda nello specifico la suinicultura, si evidenziano tre questioni: la peste suina; i costi dell’energia e il numero di scrofe in forte calo, che porta ad acquistare capi all’estero 8mercato prosicutto crudo soprattutto).
Questi numeri rappresentano una realtà molto diversa da quella di altre regioni che, insieme, rappresentano un Paese in cui si deve parlare di “tante agricolture”. Quella Lombarda è una di queste e, in termini di produttività, rappresenta una realtà forte in Europa.
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