Matteo Piloni/ Gennaio 29, 2022/ La settimana in Consiglio/ 0 comments

Questa mattina sono andato a Cremona per partecipare alla presentazione dell’indagine realizzata dall’Ufficio scolastico provinciale in collaborazione con l’Università Cattolica. Un lavoro davvero prezioso che ha coinvolto circa 9 mila studenti della nostra provincia e che è stato seguito dal “nostro” Alex Severgnini, Elisabetta Ferrari, da Paola Orini e Pietro Bacecchi. Il tema? Le ricadute psicologiche e sociali della pandemia sugli studenti. I dati emersi, che è importante conoscere, sono molto preoccupanti.
Dati che purtroppo fanno emergere che l’utilizzo prolingato della dad ha fatto aumentare la dispersione scolastica, in un contesto impreparato all’utilizzo di questi strumenti, non solo per motivi legato a carenze tecnologiche ma anche economiche.
Le risposte a questa indagine hanno riguardato aspetti psicologici, sociali e quelli più pratici in relazione alle modalità di partecipazione alle lezioni a distanza.
Ad esempio, 9 su 10 studenti della secondaria di primo e secondo grado si sono tenuti tutto dentro, dichiarando di non aver condiviso mai nulla con nessuno. Un dato altissimo, che deve preoccupare e dimostra un forte senso di disagio. Lo strumento della Dad, x 7 studenti su 10, è stato utilizzato esclusivamente dallo studente, e non da altri membri della famiglia.
Meno del 50% degli studenti ha dichiarato di non tenere mai accesa la telecamera durante le lezioni.
Un altro dato fa emergere che, prima della pandemia, la maggior parte degli studenti andavano a dormire prima della mezzanotte. Con la pandemia, durante il primo lockdown, è aumentato il numero di studenti che hanno dichiarato di andare a dormire oltre la mezzanotte e oltre l’una. Dati che dimostrano come sua cambiato anche il rapporto sonno-veglia.
Anche x questi motivi la Dad, in futuro, andrà utilizzata non solo x emergenze legate ad assenze prolungate, ma in modo “virtuoso” e con ‘regole’ ben precise.
Altri dati emersi: il 58% ha risposto che ha avuto episodi di covid in famiglia. Il 16.4% ha avuto lutti causati dal covid.
Per il 6.15% degli studenti nemmeno la casa era più un luogo sicuro.
I dati dell’istituto auxoligico hanno registrato un amenti del 73% di chiamate al numero rosa antiviolenza.
Alcuni di questi dati ripercorrono quelli raccolti, lo scorso anno, da Cecilia Bombari, studentessa del Liceo Da Vinci-Racchetti di Crema, che aveva realizzato un questionario coinvolgendo le quinte del suo liceo e che era venuto a presentare in co siglio regionale lo scorso marzo.
Conoscere le ricadute della pandemia sui giovani, sui nostri figli, è importantissimo e questa indagine, seppur non scientifica e basata sulle risposte di 9 mila studenti, dà la fotografia di una situazione reale che merita la massima attenzione e sulla quale è necessario intervenire.
Se la scuola è il futuro, è qui che dobbiamo investire tempo e risorse.
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