L’inflazione crescente e soprattutto il fortissimo rincaro dei costi energetici stanno generando un preoccupante aumento nei costi di gestione delle case di riposo cremonesi che inevitabilmente si trasformerà in un aumento delle rette gravando sulle famiglie e innescando un serio problema sociale. È per scongiurare questo pericolosissimo effetto domino che oggi ho presentato una interrogazione per chiedere a Regione Lombardia di rivedere la normativa regionale vigente sulle procedure di assegnazione delle risorse incamerate per la quota di energia gratuita previste dalle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche e anche sulle quote riservate ai territori non interessati dalla grandi derivazioni stesse.
Un’iniziativa che vuole raccogliere l’appello lanciato nei giorni scorsi alle istituzioni da Uneba e Arsac, le due organizzazioni che riuniscono tutte le Rsa della provincia di Cremona.
La legge regionale vigente che disciplina le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni, prevede che dalle derivazioni idroelettriche la Regione Lombardia prenda un quantitativo di energia elettrica gratuita, lasciandone l’80% ai territori dove si trovano le grandi derivazioni idroelettriche. Percentuale che, a causa della pandemia, la giunta lombarda ha deciso, con una delibera del luglio 2020, di abbassare al 70% per una sola annualità, per permettere un riequilibrio anche in favore dei territori non interessati dalle grandi derivazioni.
Tra le tipologie dei servizi previsti dalla delibera, oltre alle Rsa, ci sono anche impianti ed edifici scolastici, sportivi, sanitari e ambientali, ma solo alcuni territori provinciali, però, sono rientrati nel novero dei beneficiari delle risorse incamerate da Regione Lombardia per la sua quota parte. Noi chiediamo, invece, che questa opportunità sia offerta a tutti i territori della nostra regione perché è corretto che vi sia una equiparazione delle condizioni di aiuto per i territori lombardi. Inoltre, sarebbe importante che non si operi per una soluzione temporanea, cioè una tantum, ad esempio solo per il prossimo anno, bensì che diventi una modalità di aiuto e di ripartizione permanente. La normativa nazionale lo permette, si segua questa indicazione per il bene di tutti.