Per essere vaccinati con la terza dose il 30 novembre, succede che da Bagnolo Cremasco si trovi posto il 7 dicembre in piazza Novelli, a Milano oppure a Chiari, in provincia di Brescia. Sempre dalla provincia di Cremona, solo per fare qualche esempio, si viene spediti anche a Bergamo, Chiuduno, Codogno, Lodi e Stradella.
“Ci giungono segnalazioni da ogni territorio di cittadini che stanno cercando di prenotare la terza dose e si trovano di fronte appuntamenti lontani da casa o non prima di alcune settimane – spiega il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni -. Il risultato è che molti di loro rinunciano a prenotare, sperando di avere miglior fortuna nei prossimi giorni, e quindi rischiando di perdere settimane preziose prima dell’inoculazione, mentre il virus torna a correre. Il dramma è che i posti oggi non ci sono, perché tra agosto e settembre la Regione ha chiuso o ridotto gli hub vaccinali e ora non riesce a potenziare in tempi brevi quelli rimasti, figuriamoci ad aprirne di nuovi. Spiace ricordare che lo avevamo detto il 2 di novembre, con una mozione in Consiglio regionale, che non saremmo stati pronti per la terza dose e spiace di più constatare che avevamo ragione e che non siamo stati ascoltati, anzi, ci è stato detto che stavamo facendo allarmismo. Il risultato lo stanno vedendo i lombardi in queste ore ed è l’ennesimo errore nella gestione della pandemia della giunta Fontana-Moratti”.
“Oggi per i centri la criticità maggiore consiste nel reperimento del personale per aumentare le linee e la capacità di somministrazione – prosegue Piloni – ed è proprio per questo che da settimane chiediamo a Moratti e Fontana di riattivare immediatamente gli hub delle prime due dosi, richiamando il personale che ha lavorato come Co.co.co e i dipendenti in orario aggiuntivo senza lasciare sole nella ricerca le singole ASST. Solo così potremo dare copertura in tempi ragionevoli, anticipando il virus anziché, come al solito, rincorrerlo”.
“Non serve vaccinare nei supermercati! Bisogna riaprire quelli chiusi e potenziare i centri attivi. In provincia di Cremona si tratta di potenziare i centri di Cremona e Crema e riaprire i centri di Soresina, Rivolta d’Adda e Casalmaggiore. Per farlo serve personale” conclude Piloni.