Gentile Sig. Mottola,
la ringrazio per la lettera e per aver voluto condividere le preoccupazioni in merito alla possibilità di vedere realizzato a Spino d’Adda un tempio crematorio.
E’ bene però partire da un punto fondamentale: a Spino d’Adda non è prevista la realizzazione di un tempio crematorio. La richiesta che hanno fatto i sindaci del territorio cremasco, e non solo, riguarda la partecipazione ad una manifestazione d’interesse indetta da Regione Lombardia che aggiorna le indicazioni dei dati elaborati cinque anni fa, e che va nella direzione di verificare la sussistenza di un fabbisogno di tali impianti a fronte di un oggettivo aumento di richieste. Richiesta certamente corredata da un progetto, non esecutivo, e che non determina automaticamente la sua realizzazione.
E’ innegabile che in Italia, e in Lombardia, la pratica delle cremazioni sia aumentata in questi anni e che, purtroppo, anche la pandemia ancora in corso ha ulteriormente visto crescere tali richieste.
Ritengo assolutamente normale e corretto che una Regione come la nostra riveda i criteri e le indicazioni, anche e soprattutto a fronte della pandemia, e si organizzi per valutare la possibilità di incrementare gli impianti, sia quelli esistenti che di nuova realizzazione.
Semmai, tale procedura regionale, evidenzia un’assenza di un piano specifico regionale che, a mio avviso, può risultare una criticità. E’ pur vero che la stessa delibera prova a costruire i presupposti di un piano in base alle esigenze che emergono dai territori, aprendo una finestra annuale, proprio per verificare la sussistenza del fabbisogno.
Non entro nel merito delle preoccupazioni di tipo ambientale e paesaggistico, in quanto ho presente a grandi linee l’area che è stata individuata ma non ho competenze specifiche in materia.
La stessa delibera è chiara dal punto dei vista dei criteri per un’eventuale autorizzazione, e anche questi riguardano sia gli aspetti ambientali che paesaggistici. Inoltre, come correttamente da Lei riportato, vanno tenute in considerazione anche le distanze con altri impianti, in primis quello di Lodi. Tutte valutazioni di competenza regionale che potrebbero non autorizzare la richiesta del nostro territorio.
Richiesta che, se anche valutata positivamente da Regione, non può certamente passare sopra la testa degli abitanti e dei residenti del Vostro Comune. E in tal senso mi sembra che l’amministrazione abbia dato ampie rassicurazioni.
E’ altrettanto importante ricordare che tale ipotesi non è un’iniziativa dell’amministrazione comunale di Spino d’Adda, ma si tratta di un’iniziativa dei sindaci del nostro territorio che hanno intravisto nella delibera di regione Lombardia una possibilità per insediare un impianto di questo tipo nel cremasco, che ad oggi ne è sprovvisto e che vede i cittadini cremaschi utilizzare impianti presenti in altre province, come Lodi ma anche Brescia e Milano. Se non addirittura in altre regioni, come accaduto nell’ultimo anno. Con le conseguenti ricadute economiche.
Un’opportunità che è stata condivisa tra i sindaci nel mese di agosto, durante un incontro al quale ho partecipato in quanto invitato insieme ai colleghi, e nel quale non erano state evidenziate contrarietà o preoccupazioni particolari, sebbene in quell’incontro le ipotesi sull’area erano ancora varie e diverse, e solo successivamente, nel mese di novembre, i sindaci hanno convenuto sull’area di Spino d’Adda poi indicata nella partecipazione alla manifestazione di interesse.
Torno sulla premessa iniziale: nulla è deciso, né tantomeno certo. La delibera di regione Lombardia è chiara in questo senso.
Da parte mia seguo e seguirò con attenzione la pratica e le eventuali valutazioni di competenza di Regione Lombardia, consapevole che qualunque decisione verrà presa non passerà sopra la testa dei cittadini, per volontà della stessa amministrazione comunale.
Matteo Piloni