Matteo Piloni/ Gennaio 2, 2021/ La settimana in Consiglio/ 0 comments

I tanti, troppi errori hanno portato al risultato temuto: la campagna per la vaccinazione antinfluenzale in Lombardia è miseramente fallita e questo fa molto temere per il buon esito della campagna decisiva, che si è aperta in questi giorni, contro il Covid-19. Sono i numeri di Regione Lombardia a dirlo e l’ATS Val Padana non fa eccezione: su 769.409 assistiti solo 109.273, pari al 14,20%, sono stati attualmente vaccinati ed è il terzo dato peggiore della Lombardia, dove peggio fanno solo Brescia e Pavia. Il dato più preoccupante è quello della categoria anagrafica più a rischio, quella degli anziani. Solo il 39,79% di chi ha da 65 anni o più ha ricevuto l’immunizzazione, dato più basso della Lombardia (il ministero indicava una percentuale ottimale del 95% e una minima del 75%), e ancora peggio è stato per i cittadini da 60 a 64 anni, per i quali in quest’anno di pandemia la vaccinazione era stata fortemente consigliata: immunizzati solo il 14,63%. I dati delle province di Cremona e Mantova sono inferiori alla pur bassa percentuale regionale per tutte le categorie di adulti mentre fanno eccezione i minorenni. Considerando che il vaccino ha bisogno di tre settimane per produrre l’immunizzazione è evidente che non ci sono più margini per considerare efficace la campagna vaccinale di quest’anno.
Così commenta il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni: “”L’anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va”. Lo cantava Dalla più di 40 anni fa, ed una delle cose che continuano a non andare sono i vaccini antinfluenzali, quando siamo ormai al termine della campagna. Mentre sul fronte Covid il vaccino è cominciato ad arrivare anche nei nostri territori e sta registrando un’alta adesione volontaria tra gli operatori sanitari, per l’immunizzazione dall’influenza siamo definitivamente al flop. Nelle province di Cremona e Mantova, secondo i dati di Regione Lombardia raggruppati per Ats, hanno fatto il vaccino meno di quattro over 65 su dieci, ma il ministero aveva indicato come categorie target anche i 60 – 64enni e i bambini da sei mesi a sei anni. Qui le percentuali sono davvero bassissime, e non è stata cattiva volontà dei cittadini o dei medici di base che, anzi, sono stati messi in forte difficoltà, ma l’incapacità della Regione di reperire per tempo le dosi necessarie. Dobbiamo auspicare che le misure di contenimento per il coronavirus limitino molto la diffusione dell’influenza o per i nostri ospedali sarà un problema ancora maggiore che non ci possiamo permettere. A questo punto bisogna anche considerare la mole di vaccini che sono stati acquistati in ritardo e pagati a peso d’oro, anche cinque volte il costo applicato ad altre Regioni che se li erano procurati nei tempi giusti e senza errori. Che fine faranno quelle dosi? Stiamo parlando di soldi pubblici che non devono e non possono essere sprecati. Su questo chiederemo risposte.”

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