Matteo Piloni/ Novembre 20, 2020/ Comunicati stampa, Documenti, Racconti dal Pirellone/ 0 comments

Dal 13 novembre scorso in Lombardia solo 7 strutture ospedaliere hanno ‘attive’ le reti di cardiochirurgia e chirurgia vascolare. Questo perchè il Covid ha nuovamente bloccato l’attività degli ospedali a causa delle criticità di posti letto di terapia intensiva.
Di queste 7 strutture (tutte nelle province di Milano, Brescia e Bergamo), 4 sono private (San Raffaele, San Donato, Monzino e Poliambulanza Brescia).
Significa che oggi in Lombardia la maggior parte delle attività che riguardano le reti tempo-dipendenti (cioè quelle attività che servono ad assicurare una presa in carico del paziente che, per gravità e caratteristiche delle patologie, deve avvenire nei tempi giusti e nel luogo di cura più appropriato) sulla cardiochirurgia e la chirurgia vascolare, si trattano in strutture private.
In Lombardia, tra le prestazioni soggette al rimborso da parte di regione Lombardia, ci sono le attività chirurgiche, che ricevono un rimborso più alto rispetto ad altre prestazioni.
La spesa sanitaria in Lombardia supera i 18 miliardi, ed è pari ad oltre il 75% dell’intero bilancio regionale. Almeno la metà di questa spesa va al privato accreditato.
Intanto il pubblico continua ad arrancare.
🚫 La domanda sorge spontanea: quanti posti letto di terapia intensiva sta mettendo a disposizione il privato per il Covid?
QUI il testo dell’interrogazione presentata:
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