Matteo Piloni/ Aprile 8, 2020/ Comunicati stampa/ 0 comments

“L’assessore Rolfi si lamenta delle misure messe in campo dal governo per sostenere gli agricoltori, ma ad oggi, a quanto pare, la giunta lombarda, per salvare il comparto, è riuscita soltanto a mettere una pezza agli errori commessi”.

Il consigliere regionale del PD Matteo Piloni, rispondendo alle dichiarazioni che l’assessore Fabio Rolfi ha rilasciato alla stampa, si riferisce ai mercati coperti che la Regione aveva inizialmente chiuso per poi riaprirli qualche giorno fa, date le proteste che si erano scatenate un po’ ovunque.

“Se invece dobbiamo parlare seriamente – prosegue Piloni – nel decreto Cura Italia di marzo ci sono diverse misure destinate al mondo agricolo. Oltre alla indennità di 600 euro per i coltivatori diretti, gli operai agricoli e i liberi professionisti, ci sono anche una serie di provvedimenti per agevolare l’accesso al credito e scongiurare il blocco delle attività produttive dovuto alla mancanza di liquidità”.

“Certamente non sono misure né risolutive né definitive. Ci vorrà la massima attenzione al comparto. Per questo, anche le misure per la liquidità del decreto imprese sono previste per le aziende agricole – spiega Piloni – Va dato un messaggio chiaro alla filiera Agro-alimentare, senza perdersi tra le bozze che circolano.  Come ha detto la ministra Bellanova, già a partire dal mese prossimo, e quindi prima della presentazione delle domande uniche, ci sarà una anticipazione degli aiuti diretti del primo pilastro della PAC, con fondi nazionali, in misura pari al 70 per cento del valore dei titoli in portafoglio, calcolata sulla base dei dati in possesso della pubblica amministrazione, presenti nel fascicolo aziendale delle aziende agricole”.

“Quindi sarebbe bene che ora la Regione Lombardia si concentrasse sull’erogazione in tempi brevissimi della Pac e recuperasse i ritardi sui pagamenti del 2018 e 2019, con un’attenzione particolare ai territori più colpiti dall’emergenza che sono anche tra quelli più importanti per l’intera filiera agroalimentare. Sarebbe già qualcosa – conclude Piloni.

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