Insieme ai colleghi abbiamo inviato una lettera formale all’assessore alle Politiche per la famiglia, genitorialità e pari opportunità Silvia Piani per sollecitare una particolare attenzione verso le donne vittime di violenza durante l’emergenza epidemiologica Covid-19.
In questi giorni di restrizioni e vita domestica, le donne vittime di violenza rischiano in prima persona l’aggravarsi della propria condizione, perché restare in casa le espone a maggiori rischi, per cui l’attenzione deve essere altissima.
Abbiamo rinnovato la richiesta di intensificare il più possibile, anche con risorse regionali, il potenziamento dei servizi informativi dedicati alle vittime di violenza legati al numero nazionale 1522 e all’app collegata, che si appoggiano anche sui centri antiviolenza territoriali della Lombardia. Abbiamo sollecitato anche la velocizzazione delle procedure d’emergenza antiviolenza in raccordo con le forze dell’ordine, la fornitura di presidi di sicurezza sanitaria e di disinfettanti necessari al contenimento dell’epidemia all’interno delle case rifugio e la rimodulazione al rialzo dei budget in favore delle reti territoriali antiviolenza e di tutti i centri presenti sul territorio lombardo.
È necessario implementare l’azione regionale attraverso misure volte a garantire l’accesso a Internet da parte delle donne presenti nelle strutture, a partire da coloro che sono prive di mezzi economici, a garantire ai figli ospitati insieme alle loro madri il diritto di seguire le lezioni scolastiche da remoto, a supportare il costo delle utenze telefoniche e Internet per il periodo di emergenza a favore di tutte le strutture Cav, Case rifugio, sportelli antiviolenza e strutture antitratta che operano in Lombardia. Non solo: bisogna individuare ulteriori strutture idonee e stanziare fondi straordinari per queste e le Case rifugio che in Lombardia offrono residenza temporanea alle donne costrette a scappare dalla casa familiare. Ancora, servono misure regionali di sostegno economico per le donne poste in protezione e prive di altre forme di sostegno al reddito.
Infine l’invito la Piani anche a sollecitare le Procure affinché continuino a garantire, e se possibile implementare, lo svolgimento delle proprie attività a tutela delle donne vittime di violenza, e affinché sull’esempio di quanto ha disposto il Procuratore di Trento, siano i maltrattanti e non le vittime a essere trasferiti in altri alloggi.
lettera 27 marzo Piani difesa delle donne vittime di violenza