“Come garantire il presidio medico per le altre patologie e gli altri eventuali interventi di urgenza nelle zone servite dagli ospedali individuati come punto di riferimento per la gestione dell’emergenza da Coronavirus? Come far sì che le terapie intensive non siano disperse in tutto il territorio, ma concentrate laddove ve ne sia effettiva necessità territoriale? E’ plausibile cominciare a pensare a un ospedale dedicato per ogni provincia della nostra regione? Queste sono alcune delle domande che insieme ai colleghi del gruppo regionale del PD abbiamo messo nero su bianco e inviato al presidente Fontana, dopo la conferenza stampa di lunedì sera in cui l’assessore Gallera annunciava l’individuazione di ospedali dedicati a fronteggiare l’emergenza, tra cui quello di Crema”.
Il consigliere regionale Matteo Piloni spiega i contenuti di una lettera che il gruppo del Partito democratico in Consiglio regionale ha inviato ieri al presidente della Regione, Attilio Fontana, in merito alla gestione dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, e che chiede sostanzialmente un ospedale dedicato in ogni provincia, il coinvolgimento delle strutture private nella gestione dell’emergenza e un maggiore sostegno ai medici di famiglia.
“Abbiamo voluto rilevare come sia necessario evitare sovraccarichi di lavoro per i Pronto Soccorso di ospedali in territori in cui il virus è già particolarmente diffuso – fa sapere Piloni – I picchi di presenze, anche di codici rossi, delle strutture di Lodi e Crema sono segnali preoccupanti, soprattutto se messi in relazione allo scarso affollamento della maggior parte delle altre strutture regionali”.
“Inoltre, giudichiamo favorevolmente l’attivazione, già avvenuta in alcuni ospedali, di percorsi esterni di Triage dedicati a casi sospetti e la creazione di punti di PS di emergenza indipendenti. Andrebbe definito un programma chiaro e ufficiale di allestimento degli stessi punti anche in altre strutture ospedaliere per evitare, come purtroppo non è avvenuto, il contatto tra casi sospetti e altre tipologie di pazienti”.
Quanto al coinvolgimento della sanità privata, che secondo i consiglieri dem è stato comunque tardivo, “il sistema di emergenza urgenza è, senza alcun dubbio, integrato, ma l’impressione è che ci sia stato un carico eccessivo su alcune strutture e una tardiva riprogrammazione del supporto da parte dei soggetti della sanità privata.”
Un altro punto dolente riguarda i medici di famiglia. “Crediamo importante, in questa fase critica, ma soprattutto nell’ottica di una gestione di medio lungo periodo – si legge nella missiva – fornire indicazioni precise e strumenti idonei ai Medici di Medicina Generale che rappresentano il fondamentale presidio diffuso per la tutela della salute dei cittadini. L’impressione è che in queste settimane si siano sentiti abbandonati a se stessi e non inseriti in un sistema che possa valorizzarli al meglio”.
Lo stesso vale per tutti gli operatori sanitari che vanno dotati dei migliori strumenti di protezione e tutela disponibili: “Non possiamo tacere un certo ritardo nell’approvvigionamento degli stessi che crediamo possa essere ora superato grazie all’impegno della Protezione Civile e all’attivazione di tutte le procedure a disposizione di Regione”.
Infine, un passaggio sull’indicazione di particolare cautela per gli over 65enni che “rischia di creare una situazione di difficoltà per gli anziani soli anche non contagiati. La gestione di queste situazioni – conclude Piloni – non può essere lasciata esclusivamente ai comuni che non sempre hanno le risorse e le strutture per giungere a tutti i potenziali destinatari. Sarebbe importante prevedere un coinvolgimento e coordinamento di tutte le realtà operanti sul territorio, pubbliche e private”.
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