La battaglia per garantire l’anonimato alle donne che chiedono aiuto a un centro antiviolenza è una battaglia del Pd da sempre, e non smetteremo di combatterla soprattutto in questa fase in cui si sta discutendo il Piano quadriennale sul contrasto e la prevenzione alla violenza contro le donne, che stiamo affrontando insieme alle associazioni e amministratori locali.
La cancellazione dell’obbligo di inserimento del codice fiscale e la sua sostituzione con codici identificativi alternativi che ne garantiscano l’anonimato è una nostra battaglia da anni e lo è ancor più oggi che il suo inserimento è diventato requisito indispensabile per avere accesso a bandi e fondi, il che porta all’esclusione di centri antiviolenza storici che si rifiutano di chiederlo e che hanno operato con competenza e professionalità sui territori. Oggi Italia Viva si è aggregata alla nostra battaglia, il che è positivo, ma non può pretendere di rivendicarla come sua last minute. Questo attivismo è di facciata se non fa seguito a un impegno concreto a 360 gradi.
Infatti alla battaglia sul codice fiscale è necessario affiancare proposte strutturali che oggi in Commissione sono state recepite come osservazioni dalla maggioranza. Innanzitutto la necessità di aumentare le risorse, semplificare le procedure di rendicontazione e ridurre i tempi di assegnazione, criticità che mettono a rischio le attività dei centri e la loro stessa sopravvivenza.
La necessità è anche quella di dare continuità a misure finora messe in campo in modo frammentario e sperimentale, specie nel supporto all’inserimento lavorativo e all’indipendenza economica e abitativa. Questo perché solo la continuità di programmazione degli interventi può garantire alle donne la possibilità di uscire da una condizione di fragilità.
Il piano deve prevedere un maggiore coinvolgimento dei centri antiviolenza, delle reti e dei Comuni capofila, sia nella definizione di criteri e modalità, nelle azioni di prevenzione, formazione e contrasto, sia nella pianificazione di un’eventuale apertura delle reti a nuovi soggetti, possibile solo dopo una valutazione condivisa dei fondi stanziati, vista l’insufficienza di quelli attuali.
Il prossimo martedì 25 febbraio il consiglio regionale voterà il Piano quadriennale per le politiche di parità di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne. In vsita di questo appuntamento le osservazioni presentate in Commissione sono il frutto di un percorso di costante confronto con amministratori e reti territoriali, diventeranno emendamenti puntuali in aula. Auspichiamo siano definitivamente accolti nel Piano. Da parte nostra ne chiederemo con convinzione l’approvazione usando tutti i mezzi a nostra disposizione.
QUI il Piano che si sta discutendo in questi giorni:
Piano prevenzione e contrasto violenza 2020 - 2023