Matteo Piloni/ Dicembre 15, 2019/ Comunicati stampa/ 0 comments

Almeno un presidio sanitario in ogni ambito distrettuale per garantire ai cittadini i servizi sanitari e socio sanitari più adeguati e più prossimi.

E’ quanto chiedo con un emendamento al bilancio di previsione 2020- 2022 che sarà discusso in consiglio regionale lunedì e martedì.

In provincia di Cremona, ne occorrerebbero almeno tre: negli ambiti di Cremona, Crema e Casalmaggiore.
Chiediamo un impegno specifico per alleggerire gli ospedali da una serie di prestazioni destinate ai pazienti cronici. La creazione, in ogni ambito, di un poliambulatorio nel quale il cittadino può ricevere le cure degli specialisti senza dover passare per forza dall’ospedale.

Uno degli ostacoli maggiori alla salute è il tempo di attesa. Chi può si rivolge al privato, a pagamento, chi non può è costretto ad attendere, nella speranza che la patologia non si aggravi. È un problema soprattutto per chi ha meno risorse. Noi chiediamo impegni precisi per mettere in ogni ambito, a una distanza accettabile per ogni cittadino, un presidio territoriale, quello che in altre Regioni, in cui il modello già funziona molto bene, si chiama Casa della salute.
Oggi i pazienti sono costretti a rivolgersi all’ospedale oppure al Pronto soccorso. Noi proponiamo un modello diverso, che va incontro alle esigenze dei pazienti e gli risparmia attese infinite garantendo la qualità delle cure.

Il modello lombardo di presa in carico dei malati cronici ha preso il via nel gennaio 2018 con l’invio di oltre tre milioni di lettere, ma in realtà non è mai decollato.
Come ha evidenziato anche la delibera delle regole di sistema, presentata mercoledì scorso in commissione Sanità, degli oltre 3 milioni di cronici lombardi ne sono stati presi in carico solo 259.335, circa il 10%.

Un fallimento totale del progetto che stride con la costante crescita della domanda di presa in carico che necessita, oltre che di cure strettamente sanitarie, dell’assistenza necessaria a mantenere alta la qualità della vita dei pazienti.

Una delle ragioni di questo fallimento è indubbiamente proprio la mancata realizzazione della rete dei presidi socio sanitari territoriali (PreSST), pensati per integrare le prestazioni di carattere sanitario, sociosanitario e sociale, indispensabili per la presa in carico, in strutture che offrono servizi ambulatoriali e domiciliari, degenze per cure intermedie, subacute e riabilitative.

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